Nella notte dei tempi, narra la leggenda, la valle di Kathmandu era un lago color turchese. Il lago galleggiava un meraviglioso fiore di loto, che diffondeva una luce azzurra di una magnificenza tale da incutere a tutti rispetto e timore. Era la manifestazione di Swayambhu, o Adi Buddha, il Buddha primordiale. Il lago era così bello e la luce talmente eterea, che i devoti giungevano da molti paesi per vivere in adorazione e in meditazione nelle grotte intorno alle sue rive. Da un eremo montano giunse il patriarca Manjushri. Volendo adorare la luce più da vicino, egli tagliò il muro che circondava la Valle con la sua fiammeggiante spada di saggezza, facendo così defluire l'acqua e consentendo al lato di unirsi alla terra. In quel luogo, Manjushri costruì un tempio che doveva poi ingrandirsi e diventare il grande stupa di Swayambhunath. Egli fece costruire anche una città con il legno e la creta, chiamata Manjushri, che si estendeva da Swayambhunath a Pashupatinath, e concesse la potestà sulla valle a uno dei suoi discepoli. |